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Outbound vs Inbound marketing

Anche tu avrai sentito o usato per primo questi termini, ma cosa intendiamo davvero quando parliamo di outbound e di inbound marketing?

Spesso, come un pò tutto ciò che concerne il “marketing”, viene usato in modo improprio.
Tipo come quando sentiamo “smart working” mentre si fa riferimento al “remote working” e il nostro occhio inizia ad avere una crisi nervosa… ma questa è un’altra storia!

L’inbound e l’outbound marketing li si vede solitamente in contrapposizione: una strategia che sa di passato e una invece più innovativa; una valida e una non valida; una “fastidiosa” e una più “permissiva”. Insomma, si è soliti pensare che siano due universi da tenere separati e che non comunichino tra loro.

Vediamo però nel dettaglio cosa stanno ad indicare e se è davvero così.

Outbound Marketing

La prima cosa da dire è che l’outbound marketing sta ad indicare, in modo semplificativo, che è l’azienda che “esce fuori” e si reca dal potenziale cliente. Come? Con l’ “interruption marketing“, cioè quell’attività che mira ad attirare l’attenzione dell’utente interrompendolo, letteralmente, da ciò che sta facendo, rischiando anche di disturbarlo.  

Esempi di questo tipo sono la pubblicità televisiva , i volantini, i 6×3  per le strade, le pubblicità su riviste e giornali, attività di telemarketing, le email di spam ecc.

Come puoi ben capire, sono attività dove si corre il rischio di disturbare l’interlocutore.

Ha funzionato un pò di fa e con l’avvento di internet, delle sponsorizzate, del modo di targettizzare i potenziali clienti e di nuovi modi di tracciamento diciamo che si è venuto a creare un nuovo modo di fare marketing. Ciò non significa che l’outbound marketing vada demonizzato e cancellato dall’enciclopedia, piuttosto è possibile sfruttarlo a seconda della reale esigenza del Brand. 

Se devi arrivare ad un pubblico trasversale, può essere utile avere dei cartelloni pubblicitari che catturino l’attenzione mentre sei lì, alla guida della tua macchina, nel traffico, tutto bello col climatizzatore a cantare a squarciagola “labbra rosso Cocacola…“.
L’outbound marketing è da tenere in considerazione per alcuni eventi local, dove, magari per il poco tempo a disposizione hai necessità di sparare nel mucchio e “tartassare” un pochino la tua audience. 

Quando parliamo di questa attività promozionale, per così dire “tradizionale”, non intendiamo solo l’utilizzo di strumenti offline ma anche su internet ci imbattiamo costantemente nell’outbound.
Ti sarà capitato di vedere gli annunci sul lato della tua pagina Facebook o la pubblicità su Youtube mentre sei intento a vedere quel video su come travasare la peonia (alzi la mano se ricordi anche tu l’ “Oggi mi sento euforico…” che partiva come pubblicità).

Oggi ci sono ancora Brand che spendono una fortuna per l’outbound marketing: stampano e brandizzano magliette di calcio, tappezzano bus e fanno volantinaggio. Quindi è un’attività valida, un pò costosa, che va necessariamente inserita in una strategia macro.

 

Inbound Marketing

L’inbound marketing è la strategia più diffusa oggi per attrarre, coinvolgere e convertire gli utenti (per poi farli diventare i veri promotori del brand. )

Per semplificare: abbiamo detto che l’outbound è uscire e andare dal cliente; qui invece è il cliente a recarsi verso l’azienda e il contenuto è  F O N D A M E N T A L E .

Un esempio di inbound marketing è la creazione di un sito dove inserire contenuti sul blog (come questo che ora stai leggendo!) ottimizzati in ottica SEO (qui puoi leggere un articolo su… cosa serve la SEO!) , una landing page che converta e generi dei contatti, una strategia di email marketing che permetta di intercettare i clienti, “stimolarli” e portarli lungo il funnel (il famoso imbuto) fino a convertire. 

L’inbound non esclude tutte le attività e le pubblicità dell’outbound. Dobbiamo ricordarci che nel mare magnum di internet non esiste solo il nostro sito, per quanto migliore e figo possa essere. E’ una goccia nel mare e perciò diventa necessario amplificare “la sua portata”, arrivare a molte più persone, grazie alle sponsorizzate su Google, Facebook, Pinterest e co.

Quindi con questo cosa voglio dire?

 

Non esiste una formula magica o la semplificazione: uno funziona e uno no.
Tutto va sempre e solo inserito in una strategia concreta che mescoli inbound e outbound a seconda (e sottolineo ciò che sto per dire) non di ciò che crediamo sia giusto per nostro parere meramente personale o per sensazioni, ma ciò che strategicamente e secondo quanto i dati indicano possa essere utile e maggiormente produttivo per l’azienda.

 

3 Letture consigliate per approfondire il tema: 


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Puoi scrivermi anche sui miei canali social e sarò felice di analizzare insieme a te canali, pagine, consigliarti, rispondere a tuoi dubbi e curiosità.

A momento comincio nell’augurarti buone vacanze 🙂

 

 

Filomena Pietrangeli
Marketing & ADS Analyst
filomenapietrangeli@ramitalia.it
331 1414894