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News1 Settembre 2023by Pasquale Tardino

Tom Peters “I 10 formatori che mi hanno ispirato”

Tom Peters: un incontro unconventional! 

Straordinario e sicuramente non convenzionale: sia per l’approccio, (sneakers ai piedi, una vera novità per i tempi, ed un contatto oculare che ti penetrava) sia perché ribaltava completamente alcuni concetti, (es. non premiate i piccoli risultati, ma i grandi fallimenti) che lì per lì ti lasciavano basito…ma poi WOW, ti facevano accendere la lampadina… ed aveva ragione! Tom Peters, uno dei maggiori esperti di top management della nostra epoca, e autore di alcuni dei best-seller che hanno segnato la storia del pensiero manageriale. Il suo primo libro, Alla ricerca dell’Eccellenza scritto con Robert J. Waterman negli anni ‘80, è stato giudicato “migliore libro sull’arte del management di tutti i tempi” in un’indagine di Bloomsbury Publishing. Un libro record nella storia dell’editoria americana, e quindi mondiale, che ho avuto modo di leggere in alcune traduzioni fotocopiate alla fine degli anni ’90 e poi finalmente nel 2005 nell’edizione italiana della Sperling & Kupfer.

Il libro (se sei un imprenditore non puoi non leggerlo) chiarisce alcune domande che tutti ci siamo fatti almeno una volta: qual è il segreto di una gestione vincente? Come mai vi sono aziende che vantano risultati straordinari e altre condannate inspiegabilmente alla mediocrità? Quali indicazioni possiamo trarre dalle scelte delle aziende meglio gestite? Per rispondere a queste domande, Thomas Peters e Robert Waterman, della McKinsey & Co., la più prestigiosa società di consulenza di direzione, svolsero un’indagine sulle tecniche gestionali delle aziende di successo, raccogliendone i risultati nel loro libro. Le risposte sono sorprendentemente semplici: esistono otto fattori comuni alla base del successo.

 Le aziende «eccellenti» hanno l’elasticità e l’abilità necessarie per riconoscere i bisogni di un ambiente che cambia attraverso il contatto con il cliente. Mantengono la flessibilità con strutture semplici e piccoli staff. Incoraggiano la sperimentazione. Danno autonomia per promuovere l’imprenditorialità. Riescono a ottenere livelli di produttività straordinari con il coinvolgimento dei collaboratori. Si concentrano sull’attività che conoscono meglio e su un particolare valore aziendale…sono al tempo stesso rigide e flessibili nei controlli… “a pensarci bene nel Manifesto Ram c’è molto di questo spirito”.

Mai però avrei pensato di averlo con noi, nel 2005 e nel 2007 per una serie di conferenze sul management aziendale, che l’azienda di consulenza con cui collaboravo organizzò al Palasport di Bologna. In quella occasione, noi della direzione tecnica avemmo modo di chiedergli alcune cose in privato proprio riguardo…l’Eccellenza, che ci pregò, anzi ordinò di scrivere sempre con la E’ maiuscola, perché non bisogna mai accettare niente da se stessi che sia meno che Eccellente…e perché…a parole sue, è una Figata (anch’essa con la F maiuscola 😉). Mirare all’Eccellenza ed ignorare il successo! L’Eccellenza è uno stile di vita, un modo di essere, non una condizione statica da raggiungere.

Ci spiegò che: “L’Eccellenza è raggiungibile …impegnandosi oltre quanto ritenuto sensato dai più;

…rischiando più di quanto ritenuto sicuro dai più; …sognando più di quanto ritenuto pratico dai più;

…aspettandosi più di quanto ritenuto possibile dai più”.

Nelle sue presentazioni la slide principe diceva: ECCELLENZA. SEMPRE! CHE COS’ALTRO, SE NO? E QUANDO, SE NON ORA! E a supportare questo concetto aggiungeva:

“Quando il gioco si fa duro… (come in questo periodo) DIVENTATE ECCELLENTI, più che mai, perché le pressioni sono tante e tali che c’è sempre la tentazione di andare al risparmio. Pensate costantemente “ECCELLENZA”. L’Eccellenza non va al risparmio. In tempi duri, spesso il morale è a terra e diventa difficile anche solo alzarsi dal letto. E voi pensate “ECCELLENZA”. E mettete la sveglia mezz’ora prima del solito. In tempi duri essere il capo è veramente dura. Ma quei tempi duri sono il banco di prova ultimo per voi e per il vostro team, e l’Eccellenza diviene ancora più giustificata che mai”.

Di questa esperienza ho estratto alcune delle frasi che mi hanno maggiormente stimolato, più che mai utili in tempi così difficili e che qui vi ripropongo. Credo siano utilissime nella vita in generale, non solo in quella lavorativa. Perché in ogni caso, anche al lavoro, siamo sempre persone. E quello che siamo o il modo in cui ci comportiamo ce lo portiamo dietro ovunque. Leggetele, meditatele, lasciatevi ispirare. E soprattutto, praticatele! Alcune vi sembreranno come già detto, “assurde”, perché “controintuitive” cioè fuori dal modo abituale in cui pensiamo ed agiamo. Ma le ho sperimentate più volte e in diversi contesti ed hanno funzionato, per me e per le organizzazioni ed individui con cui ho collaborato.

– Prova in fretta, fallisci in fretta, correggi in fretta.

– I leader non creano seguaci, creano altri leader.

– Se non sei confuso, non stai prestando attenzione.

– Dai molto, aspettati molto e se non ottieni taglia.

– Le aziende eccellenti non credono nell’eccellenza, ma solo nel miglioramento continuo e nel cambiamento continuo.

– Ricompensa i fallimenti eccellenti, punisci i successi mediocri.

– Fallisci il più in fretta possibile e avrai successo ancora più velocemente.

– Fai > Pensa >  Agisci > Parla

– Aiuta i tuoi clienti ad avere successo al di là dei loro sogni!

– Fuoco! Punta…Mira.

Quale frase ti è piaciuta di più? Quale ti ha colpito maggiormente? Quale di questi suggerimenti, se applicato nella tua vita privata o lavorativa, potrebbe consentirti di ottenere migliori risultati?

Quella che ha funzionato alla grande per me è stata soprattutto quella che all’inizio capivo di meno: Fuoco! Punta…Mira

Non a caso nell’Agenda del Performer l’ho inserita proprio al restart post vacanze per aiutare a ripartire alla grande 😉 https://agendadelperformer.it/  oppure https://www.amazon.it/PERFORMER-programmare-raggiungere-utilizzabile-CoachTardino

 

 

Ma vediamo più nel dettaglio i principi di Management che La Leadership secondo Tom Peters suggerisce:

1. Dire…Assegnate a “Non So” un posto centrale e strategico nel vostro lessico da leader. L’incertezza non svanirà, ma riconoscerlo è una dimostrazione di forza.

2. Vedere…Intuite le grandi possibilità che esistono al di là o, meglio, nell’incertezza intorno a voi. Siate come diceva Napoleone “mercanti di speranza”.

3. Fare…Agite! La vita è troppo breve e quella nel business troppo caotica per “far bene” la prima volta. In caso di dubbio (soprattutto in questo caso!) …FATE QUALCOSA!

4. Sbagliare…Accettate gli errori come il prezzo della crescita. Appendete in ufficio un cartello ben visibile: PREMIARE INSUCCESSI CLAMOROSI, PUNIRE SUCCESSI MEDIOCRI.

5. Interagire…Far collaborare le persone, senza ordinare loro di farlo, è il compito n°1 di tutti i leader della nostra dirompente epoca.

6. Pianificare…Pensate all’area che dovete delegare, facendo crescere le migliori potenzialità intorno a voi e fate accordi specifici con i vostri successori. Mantra: siate mentori!

7. Entrate nel ruolo…Coltivate l’arte della leadership, soprattutto quella della performance. Una buona leadership si basa sulla fiducia. Quindi…entrate nel ruolo.

8. Sfoltire…Liberatevi del disordine che limita la vostra concentrazione. Create una lista delle cose da non fare, integratela regolarmente e seguitela con costanza.

9. Fermarsi…Sappiate prendervi delle pause. Quando cala l’energia personale e l’attenzione, pianificate regolari vacanze (lunghe e rigenerative, non sporadici week end) e fatele!

10. Amare…Ridete, sorridete ed esprimete (in tutti i modi) la vostra passione per il lavoro

Riepilogo del pensiero di Tom Peters:

“L’hard (il Capitale Tangibile, cioè Prodotti, Numeri, Procedure, etc ) è soft cioè poco impattante. Il soft (il Capitale Intangibile come Persone, Relazioni, Cultura) è hard, cioè fortemente impattante.”

Da qui il suo Modello delle 7 S:

1) Sistemi: processi che costituiscono la vita delle organizzazioni;

2) Struttura: organigrammi e documenti che regolano l’organizzazione;

3) Strategia: politiche e azioni per ottenere un vantaggio competitivo;

4) Staff: l’insieme di tutte le risorse umane dell’organizzazione;

5) Skills: l’insieme delle conoscenze, esperienze e competenze;

6) Sistema Valori: miti, riti e valori condivisi dalle persone;

7) Stile: comportamenti e stile di leadership adottata dal management.

Tom Peters e Robert Watermann con il loro libro In “Search of Excellence” hanno descritto il modello delle 7 S che per almeno 20 anni è stato proposto dalla McKinsey e imitato, con varianti più o meno rilevanti ancora oggi, dalle altre principali società di consulenza manageriale, come guida per comprendere e possibilmente risolvere i problemi delle organizzazioni.

Quando nascono dei problemi si tende ad agire sulle cosiddette “S hard” vale a dire “Strategy, Structure, Systems”, cioè sui programmi, sulla struttura organizzativa, sul sistema premiante, su quello informativo etc. in una parola sulla parte maggiormente tangibile dell’organizzazione (piani, organigrammi, procedure). Tuttavia, come ritenuto in Giappone e nei paesi nordeuropei, può darsi che la serie più importante di “S” sia la seconda, costituita dalle cosiddette “S soft: Staff, Skills, Shared Values, Style” che permettono di modellare e indirizzare la cultura organizzativa su aspetti intangibili…e a ben vedere meno costosi!

Il modello delle 7 S può avere una rilevanza operativa semplice ed immediata nella risoluzione di problemi. Ad esempio nell’Analisi del Clima Aziendale di Ram Consulting il nostro test è utilizzato come processo diagnostico che definisce proprio i fattori tangibili ed intangibili presenti (o assenti) in un’organizzazione, traccia la Strategia ed individua gli Skills necessari alla sua realizzazione. In particolare gli aspetti soft sono compresi aspetti quali il lavoro di gruppo, le conoscenze e le competenze del team, lo stile di leadership, la gestione dei conflitti e le capacità negoziali, la comunicazione e l’interdisciplinarietà che sono aspetti della cultura di gruppo determinanti per il problem solving e per il successo dei progetti, in particolare quelli d’innovazione o di cambiamento.

Peters approntò 60 suggerimenti generali per i managers e i professionals che dovevano affrontare i problemi delle organizzazioni in cui operavano in un compendio chiamato This I Believe (In questo io Credo)! E poiché Tom Peters un altro insegnamento che mi ha dato, visto che fino ad allora ero piuttosto “geloso” dei miei materiali, è stato proprio della CONDIVISIONE DEL KNOW HOW, (tanto non serve a niente chiuso in un cassetto o dentro un file) se volete, potete scaricare a questo link le slide originali 😉https://tompeters.com/blogs/freestuff/uploads/2.01.ThisIBelieve.pdf

 

 

Se non avete tempo ho di seguito elencato i più significativi:

1) introducete una cultura della qualità,

2) coltivate il culto del servizio,

3) siate in perfetta sintonia con il cliente,

4) prestate ascolto al personale, agli utenti finali, ai fornitori, ai rivenditori,

5) eccedete negli investimenti in risorse umane,

6) elaborate una strategia d’innovazione,

7) sostituite alle proposte progetti pilota e prototipi,

8) ignorate il ‘Not invented here’ e stuzzicate il confronto e la creatività,

9) fate ruotare l’organizzazione il più possibile intorno ai gruppi,

10) investite in capitale umano e in hardware allo stesso modo,

11) riducete drasticamente i livelli di management,

12) assegnate ai managers intermedi la funzione di facilitatori invece che quella di guardiani,

13) riducete e semplificate la carta in ufficio e le procedure burocratiche,

14) dirigete dando l’esempio personale e praticate un management trasparente,

15) elaborate sistemi semplici che incoraggino la partecipazione e la comprensione

Forse non è vero che ogni problema abbia una soluzione, ma certamente vale quasi sempre la pena cercarla anche se, una volta trovata, è molto probabile che questa generi a sua volta nuovi problemi in un processo virtuoso, ma senza fine.

Heisenberg, Goedel, Tarski, Russell ci hanno rubato le certezze del pensiero Galileiano perché il mondo caotico non è scritto solo in lingua matematica con caratteri che sono triangoli cerchi ed altre figure geometriche.

Solo ciò che aggiunge valore merita di stare in un’organizzazione. Progetto è il nucleo della nuova organizzazione, il progetto è azione. Il progetto è sempre ad hoc. Il progetto è l’unica organizzazione che auto apprende. Building non Gestalt. Nelle reti il pensiero cartesiano è insufficiente. Non ci sono più oggetti ma interconnessioni tra oggetti.

Gestire le relazioni è la nuova forma di potere: bisogna ammettere che non comprendiamo il caos e non bisogna aspettarsi che le teorie del caos ce lo spieghino. Come ci dovrebbero spiegare perché ancora oggi, le tre “S” hard, per risolvere i problemi, sono le più usate da noi e dagli americani, mentre le quattro “S” soft sono le più usate dai giapponesi e nel nord europa.

Eppure nella mia esperienza personale di oltre 30 anni di gestione d’impresa ed affiancamento agli imprenditori, i risultati più significativi continuano ad ottenerli quelli che vanno in giro per l’azienda a valorizzare tutto il capitale intangibile (a cominciare da quello umano) che hanno in grande abbondanza, e spesso… a gratis!

“La vita è abbastanza semplice: Tu fai delle cose. Molte falliscono. Alcune funzionano. Tu fai più cose di ciò che funziona. Se funziona parecchio, altri la copieranno rapidamente. Allora tu fai qualcos’altro. Il trucco è il fare qualcos’altro.” TOM PETERS

La Tua Azione fa la Differenza!

Eccoci giunti alla fine di questa rubrica estiva, con tante storie ed autori che mi hanno ispirato. Se ti sei perso qualche articolo o semplicemente vuoi approfondirli, li trovi tutti su https://ram-consulting.org/blog/

Personalmente per l’indole rivoluzionaria che mi ritrovo, pur con una grande apertura mentale, sono stato sempre un po’ scettico sulle “ricette” per il successo preconfezionate. Sono andato in giro per il mondo, ho visto, ascoltato e ogni volta mi veniva una domanda: “Ma IL CONTESTO”?

Magari ha funzionato per loro, in un preciso momento, in una data situazione, ma non esiste una ricetta uguale per tutti. L’applicazione dei principi guida del management va sempre adattata ad hoc. Ogni azienda ha la sua personalità, i suoi equilibri. E’ facile a dirsi, ma la messa in pratica richiede sempre “che si cominci da quello che c’è, così comè”. Pretendere di cambiare tutto dall’oggi al domani è complesso e soprattutto non funziona. E’ per questo che i progetti di affiancamento alle imprese di Ram Consulting Italia, non sono da bacchetta magica, sono altresì complessi ed impegnativi e richiedono la messa in campo del meglio in termini di know how, passione ed entusiasmo. Ma è solo così che si attiva un processo inarrestabile in termini di progressiva espansione per l’azienda, per le persone che vi collaborano e di maggiore serenità personale per l’imprenditore.

Come possiamo aiutarti?

Ti invito a condividere con me le tue esperienze e riflessioni. Sarà un piacere conoscere le tue storie e se desideri un supporto personalizzato nel tuo percorso di crescita e realizzazione, non devi far altro che contattarmi.

Io e tutto il Team Ram siamo qui per aiutarti a: selezionare le persone che potranno aiutarti ad espandere la tua impresa, a formarli, a creare un’organizzazione interna leggera e funzionale, ad ottimizzare i tuoi strumenti di comunicazione digitale ed innalzare drasticamente le vendite, ma soprattutto ad accompagnarti in questo straordinario viaggio che si chiama VITA.

BE YOUR BEST

 

 

 

 

 

Pasquale Tardino 
Business & Strategic Coach
pasqualetardino@ramitalia.it
335 435785

 

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