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Smart working un par de ba…

Smart Working… una parola ormai entrata non solo nel nostro vocabolario ma anche nella nostra vita quotidiana, soprattutto da un anno a questa parte. Se mi guardo indietro e ripenso alle prime giornate trascorse a casa a svolgere le mie attività lavorative, mi tornano alla mente momenti di panico, non solo e non tanto perchè era appena esploso il Covid e, pertanto, tanta era la paura e l’incertezza legata a quella situazione, quanto invece per la difficoltà a gestire dei ritmi di lavoro che ritenevo impensabili.

Chiariamo subito un aspetto: faccio parte di una categoria professionale che ha avuto e ha tutt’oggi la fortuna di poter svolgere il proprio lavoro anche a casa e questo mi ha aiutato tantissimo a riempire tante settimane che, senza il lavoro, sarebbero state decisamente più complicate, soprattutto da un punto di vista del benessere psico-fisico. Ma non ti nascondo che molto spesso è davvero complicato gestire questo scenario, soprattutto perché spesso, agli occhi di un cliente, lo smart working viene scambiato con la licenza di avanzare una richiesta in qualunque momento e a qualunque orario di qualunque giorno. E con risposta istantanea… tanto stai a casa, manco puoi uscire…che hai da fare?

Smart Working, letteralmente, si traduce con lavoro agile, la possibilità, cioè, da parte di un professionista (manager o dipendente che sia) di lavorare da remoto, lontano dall’ufficio. Un concetto ben diverso dal telelavoro, in quanto lo smart working dà la possibilità al lavoratore di decidere in piena autonomia i tempi e il luogo di lavoro, senza una postazione fissa. Di contro il telelavoro vincola a lavorare da casa e l’azienda trasferisce le medesime responsabilità del posto di lavoro a casa del dipendente.

Leggevo in questi giorni che le stesse imprese, inizialmente contrarie, iniziano a poco a poco ad assaporare i benefici dello smart working. E, soprattutto, lo assicurano quelli che lo stanno sperimentando da un pezzo: dallo smart working non si torna indietro. Al punto che, da condizione quasi forzata quale è oggi, nel giro di quattro o cinque anni al massimo, il lavoro agile diventerà il tratto comune di milioni di lavoratori italiani.

A distanza di un anno, almeno personalmente, la situazione è decisamente migliorata. E seppure capitano ancora giornate in cui magari l’unica pausa è giusto il tempo di un tramezzino o un buon piatto di pasta (io la mangio ogni giorno!), le giornate in smart working sono diventate redditizie dal punto di vista lavorativo e soddisfacenti anche a livello personale, per quanto le limitazioni a cui siamo ancora sottoposti non consentano poi tanto. Devo ammettere che spesso mi manca però non vedere i miei colleghi, sentire Paola, Martina e Mariasperanza parlare dei loro appuntamenti dall’estetista, il buongiorno Giovino di Silvia, i cornetti alla crema al bar con Dante e anche le riunioni con Pasquale… il clima che respiro in gruppo non riuscirò mai a duplicarlo a casa, ma per ora va bene così.

Come ho fatto? Te lo dico subito.

 

1. Definisci e rispetta il tempo dedicato al lavoro da quello di riposo

Il primo errore che si commette in Smart Working è quello di lavorare sempre, senza fare mai pausa o oltre l’orario di lavoro. Sembra paradossale ma quando si lavora a casa, da soli, si è più concentrati e non si percepisce lo scorrere del tempo. Da un lato potrebbe essere un fattore positivo ma a lungo termine può portare a effetti negativi.

Rispetta gli orari di lavoro e fai delle pause per staccare lo sguardo dal PC, magari alzati anche dalla sedia. Per aiutarti, imposta delle sveglie o usa il calendario del tuo smartphone per avere delle notifiche.

2. Preparati e prepara la giusta postazione

La cosa più comune che può capitare quando si lavora da casa è alzarsi dal letto e mettersi al pc, magari sul divano, con ancora la tazza di caffè o di latte avanti mentre si comincia a svolgere le prime attività della giornata. NO: preparati esattamente come se dovessi uscire di casa per andare in ufficio o in azienda e, dopo averlo fatto, ordina la tua postazione di lavoro. Scegli una sedia comoda, ergonomica e della giusta altezza. Io ho trovato molto utile acquistare anche un supporto per PC portatile per mantenerlo leggermente rialzato (in alternativa puoi usare delle riviste o una scatola): avere la testa dritta fa avvertire meno la stanchezza e fa lavorare meglio.

3. Resta in contatto con i tuoi colleghi

Un problema che spesso avverte chi lavora da casa (quante volte ho avvertito questa sensazione all’inizio!) è che si ritrova solo, senza la possibilità di interagire con dei colleghi in pausa caffè o per scambiarsi idee e opinioni. Quando lo smart working è una scelta, questo forse non pesa particolarmente. Diverso è se ci ritroviamo isolati per necessità.

Per fortuna, però, abbiamo internet, le chat e le videochiamate per poter rimanere sempre in contatto con amici e colleghi di lavoro. Organizzati per fare delle video-riunioni settimanali, così da poter sentire che state tutti lavorando all’interno di una squadra, con obiettivi e sfide comuni.

4. Poniti degli obiettivi

Spesso quando si lavora in smart working si ha l’impressione che il lavoro potrebbe non finire mai. Sei lì, a casa, senza colleghi o supervisori, e non sai mai quando arriva davvero il momento di smettere. A volte, per di più, ci sono talmente tante cose da fare che uno non sa nemmeno da dove cominciare e perde, così, la motivazione.

Poniti degli obiettivi. Che cosa voglio concludere oggi? A quante e quali mail devo assolutamente rispondere? Il progetto a cui stai lavorando deve essere pronto per domani o settimana prossima? Definisci delle priorità e distribuisci il lavoro omogeneamente nell’arco della settimana; sarà tutto più facile.

5. Non esagerare con le video-call

Effettuare una videochiamata è diventata un’ottima soluzione per gestire a distanza dei flussi di lavoro o come alternativa a riunioni in presenza. Ma attenzione: mai fissare una videoconferenza dopo l’altra. Lascia sempre un cuscinetto di almeno mezzora per riposare, rinfrescare la mente, organizzare le idee e le attività.

Evitare di organizzare videoconferenze con troppi partecipanti, con il rischio di scarsa attenzione e poco coinvolgimento e soprattutto evitare di organizzarne, se non c’è un vero e proprio obiettivo.

Grazie a queste piccole e semplici azioni, oggi, lavorare in smart working è diventato più facile e redditizio, anche se non ti nascondo che ogni volta che posso corro comunque in ufficio a respirare il contatto con tutti i miei colleghi perché, in fondo, tutto quello che facciamo insieme agli altri e per gli altri ha tutto un altro sapore.

Buona lavoro

Giovanni Accettola
Consulente web & Marketing
giovanniaccettola@ramitalia.it