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News19 Novembre 2020by Paola Catalano

“Ma le scarpe LIDL da dove sono uscite???”

Nei giorni scorsi ho assistito basita alla corsa sfrenata per l’acquisto delle tanto attese e bramate scarpe Lidl.

Scarpe da ginnastica, con i colori ufficiali del marchio, divenute in brevissimo temo merce di lusso.

Purtroppo si.

Il mondo va a rotoli. L’economia italiana anche, ma la cosa che più attanaglia me e gli italiani è “ma queste scarpe Lidl da dove sono uscite?”. Perché non ditemi che voi ne conoscevate l’esistenza…nonché il lancio.

Pazzesco come già da prima dell’apertura ci fosse già la coda fuori dai punti vendita in tutta Italia. Persone che occupavano posti per gli amici (come ai concerti). Il risultato? Punti vendita e scaffali svuotati in pochissimo tempo.

Allora ho pensato “chissà i costi” “saranno super cool”. La risposta è no …e no. Basti pensare che le scarpette hanno un costo di circa 13 euro. Non parliamo di costi onerosi al momento dell’acquisto nel market. Costi che sono esplosi però sul web fino ad arrivare alle esorbitanti cifre di 2000 euro e più.

Ma dietro questo fenomeno, ovviamente, troviamo una vera e propria strategia di marketing adottata dal brand Lidl in tutta Europa: far sponsorizzare tali outfit (eh si, non c’erano solo le scarpe ma ciabatte, calzini, pantaloni ecc)dai dei testimonial.

A noi è toccato Fedez …ma questo è un altro discorso

Come si apprende da altri Paesi europei, anche Belgio, Finlandia, Francia e Germania che hanno anticipato l’Italia, hanno assistito a scene simili a quelle dei punti vendita nostrani.

La ricetta è stata semplice e potentissima. Basta mettere nel calderone la magia dei prodotti in edizione limitata disponibili per un tempo limitato, la promozione degli influencer “giusti”, la percezione che sia qualcosa di esclusivo, quindi per pochi, la magia di qualcosa di strano come una linea di abbigliamento in un discount ed ecco la ricetta del successo. Così, possiamo parlare del fenomeno del reselling a cui si è assistito. Gente che ha acquistato gli oggetti in tiratura limitata che poi può rivendere online, a un prezzo talvolta centuplicato, e c’è chi è disposto a spendere cifre folli per avere quei prodotti.

Ma cosa si nasconde dietro questo evento? Qual è stata la motivazione di tutta questa “isteria” (lo scrivo sorridendo) legata allo shopping e aggiungerei …in un supermercato?

Per prima cosa il pensiero di potersi arricchire grazie alla strategia del reselling, ovvero acquisto oggi un prodotto in edizione limitata che potrebbe andare velocemente in sold out e lo rivendo domani, magari online, a prezzo più che maggiorato. Ed è quello che è successo. Oggi, le sneakers in questione sono in vendita su eBay a più di 11mila euro (e già 41 possibili acquirenti hanno fatto la propria offerta per l’asta). 

Altra motivazione e non meno importante della prima è stato il passaparola (ancora oggi la maggiore fonte di successo). Tante persone erano in coda alla Lidl perché semplicemente alcuni conoscenti avevano detto che sarebbero stati lì per questo grande evento e quindi per non rimanere “fuori dal giro di chi conta” hanno acquistato un paio di modelli che con tutta probabilità non indosseranno mai. 

Strategia di marketing vincente, quindi, quella di Lidl? Da 10 e lode, visto l’obiettivo raggiunto.E prevedo, per il 2021, un boom di calzature logate proposte da altre catene di supermercati, proprio come quelle in versione meme che iniziano a comparire sulle bacheche di Facebook. Divertenti sì, ma che fanno riflettere.

 

In questi giorni mi sono divertita a fare un po’ di ricerca, a capire il perché del fenomeno mediatico e mi sono imbattuta nell’ironia sorniona che si è creata dietro questa follia fatta di colori sgargianti e che ovviamente ha acceso la miccia dei meme sui social, saliti a centinaia in poche ore e trasversali sui contenuti: dalla mappa delle regioni ‘colorate’ mentre lo stivale indossa le sneakers Lidl, al premier Conte seduto alla scrivania con ai piedi le scarpette gialle, rosse e blu, fino a Cenerentola con la scarpetta di plastica e Michael Jordan a canestro con le stringate del discount tedesco.

 

Ma c’è stato anche chi, in questo momento di ilarità, ne ha approfittato in maniera anche geniale per “giocarci” su e fare engagement!

QUESTO è IL BELLO DEL MARKETING!

Un esempio? La Taffo onoranze funebri.

Con la sua frase “Non facciamo scarpe, ma siamo bravi nei cappotti di legno” si è conquistata la mia eterna stima! Ha saputo sfruttare il momento, catturare l’attenzione, far divertire in maniera intelligente.

Ha cavalcato un’emozione. Le emozioni cui si può fare appello per suscitare una risposta da parte del consumatore sono molteplici: felicità, tristezza, rabbia, paura e così via.

Già, ma perché le emozioni sono così importanti? Il motivo è semplice: secondo gli psicologi gli esseri umani prima di pensare, “sentono”. In altre parole, la parte emotiva del nostro cervello reagisce agli stimoli esterni più velocemente della parte cognitiva.

Questo spiega perché se il marketing emozionale viene utilizzato correttamente, nei contenuti testuali, nelle foto, nei video, questi possono aiutare le aziende a differenziarsi in un ambiente stimolante, portando passione e attenzione ad un’entità aziendale.

Non smetterò mai di ripeterlo: i contenuti basati sull’emotività superano di gran lunga quelli basati su contenuti non emotivi dando risultati migliori anche in termini di vendite e profitti.

Nel caso di Taffo la vendita è assicurata a prescindere, visto il settore, ma sicuramente avrà saputo attirare simpaticamente l’attenzione e chissà …far spostare l’ago della bilancia dalla concorrenza a …Taffo

Paola Catalano
Marketing & Comunicazione
paolacatalano@ramitalia.it
333 6300629

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