fbpx
 

SI…SI…continua pure a lavorare in multitasking

Innanzitutto cominciamo con una domanda: ti senti un imprenditore e/o un manager o un frontman?

Chi è il frontman? Il crocevia di tutti i problemi dell’azienda. Sai di tutte quelle attività che devi gestire, anche quelle che ti sembrava di aver delegato e ti tornano nel piatto ;-(

Ci ho preso? Che fare? Magari aggrapparsi a quella che sembra l’unica ancora di salvezza…il multitasking!

Non dirmi che anche tu non pensi (come da mito metropolitano) che operare in multitasking sia un vantaggio?

Niente di più sbagliato!

(verificalo scaricando gratuitamente IL DECALOGO DEL PERFORMER)

Più sono i progetti o le attività su cui lavori contemporaneamente, tanto più disperdi energia, motivazione, focalizzazione e controllo. Ti sembra poco? È una vera follia!

Senza contare che ne raggiungi meno… perché per strada soprattutto quando si aggiunge qualche emergenza, qualche attività (quelle più “vecchie”, complicate o antipatiche…) si perde o viene rimandata a “mai”.

E aggiungi che il tempo impiegato per terminarli sarà molto maggiore rispetto a portarne avanti solo uno o due alla volta.

Per darti meglio la dimensione della cosa, tempo fa mentre tenevo in radio la rubrica “caffè energizzante” ho detto che Focus batte Multitasking 2-1.

 

Il multitasking è nemico della crescita personale e del successo professionale. L’aumento di produttività che comporta è in realtà solo illusorio. Quante volte ti è capitato di dire, alla fine della giornata: “oggi ho lavorato 10 ore ma non ho concluso niente?” È l’esempio più concreto del danno da multitasking.

Una massima pressoché universale valida in ogni settore “è che puoi migliorare tutto ciò su cui riponi la tua attenzione”. Cioè l’ATTENZIONE E’ TUTTO! Nella gestione della Performance, dove va il tuo FOCUS, la tua attenzione, va la tua energia. Se la tua attenzione si fraziona, anche la tua energia subirà analoga frammentazione, con il risultato che quella dedicata a ciascuno dei compiti di un’attività in multitasking sarò davvero minima e minimi saranno di conseguenza i risultati.

Pensiamo ad uno scarico ostruito. Se proviamo a rovesciarci sopra l’intero contenuto di una pentola che può contenere 3 litri d’acqua, avremo buone possibilità che la forza sprigionata da quell’impatto possa risolvere il problema. Se, invece di una pentola, usiamo uno scolapasta con la stessa capienza, le decine di fori presenti sul recipiente faranno fuoriuscire l’acqua in altrettanti rivoli che non avranno alcuna possibilità di disgorgare lo scarico. Ci ritroveremo col medesimo problema ma privi delle risorse per affrontarlo.

I ricercatori della Standford University hanno appurato che il multitasking è meno produttivo rispetto al fare una sola cosa per volta. Hanno anche riscontrato che chi è convinto di essere fantastico ed iper-produttivo nel gestire più incarichi ed azioni in simultanea e adotta questa modalità in modo sistematico, risulta in realtà un peggior multitasker rispetto alla persona abituata a gestire una sola operazione alla volta. In pratica, un bombardamento di stimoli ed incarichi, costante e protratto nel tempo, diminuisce la capacità del cervello di selezionare le informazioni rilevanti, organizzare i pensieri ed ottimizzare il lavoro. Sempre i ricercatori della Stanford hanno determinato che a queste ridotte capacità corrisponde una minor densità nelle zone del cervello deputate all’empatia, al controllo emotivo e cognitivo. Con il pesante sospetto che si tratti di danni permanenti.

Nella crescita personale, nei processi creativi, nella soluzione di problemi, nella vendita, nella vita relazionale, nelle prestazioni sportive, nello studio, in ogni settore della nostra esistenza, la capacità di azzerare ogni disturbo esterno e canalizzare tutta l’attenzione su una singola cosa è di importanza fondamentale e determinante per la riuscita ottimale di qualsiasi impresa. Pensate, ad esempio, a come possa aumentare il rischio di errori in un delicato e millimetrico intervento chirurgico se il chirurgo, con il bisturi in mano, controlla la posta elettronica, aggiorna lo status su facebook, e magari parla al telefono col figlio…

O pensate a quanto sia impossibile comprendere le effettive esigenze di un cliente, se anziché osservarlo ed ascoltarlo con la massima attenzione, vi dedicate simultaneamente ad altre questioni.

Come agire, dunque? 

SCARICA GRATUITAMENTE IL DECALOGO DEL PERFORMER 

Meglio procedere – tutte le volte che è possibile – con una operazione alla volta. Inizio, eseguo, chiudo con il risultato atteso e passo alla successiva. Meglio organizzare il lavoro e la giornata in modo che ci siano sempre spazi non multi-tasking. Soprattutto quando si tratta di ascoltare ed osservare. Impariamo ad affilarci come una lama e a non disperderci come l’acqua nello scolapasta. Non solo ci sarà più facile percorrere la strada del successo professionale, grazie ad un cervello allenato e potenziato, ma l’intera nostra vita sociale ne trarrà beneficio.

Compreso il salto di qualità può fare il tuo lavoro e la tua vita in generale se applichi anche solo questo minuscolo pezzo del know how Ram che troverai alle Master Class dell’Exe Business School

Il problema principale è costituito dal  fatto che sembriamo avere sempre troppe priorità, tanto che non ha più senso neanche chiamarle così!

Infatti, quando tutto sembra urgente e importante, tutto sembra uguale e niente ha più reale priorità, come c’insegna Stephen Covey nella Gestione del Tempo, che sarà uno dei temi della Master Class.

Passiamo giornate affaccendati tra una cosa e l’altra, dando la stessa rilevanza a tutto.

Ma mettere sullo stesso piano attività essenziali e non essenziali è un errore che costa caro in termini di risultati, stress e appagamento personale compromettendo gravemente il nostro worklifebalance!

Per anni ho studiato e preso a modello quella piccola percentuale di imprenditori e di aziende di successo, nel loro approccio rispetto alle priorità e alle cose fondamentali di ogni attività ed ho inserito le risultanze nell’Agenda del Performer, uno dei benefit che riceveranno tutti gli iscritti alla Master Class EXEBS.

Eccone alcune.

 Le persone di successo possono avere tanti interessi ma:

  • Hanno una lucida chiarezza nel fissare le priorità;
  • Sanno che il prezzo da pagare per il successo, è rinunciare a cose non fondamentali.

Se vuoi individuare le tue attività “fondamentali” (nel lavoro e nel personale) e imparare ad applicare nella pratica tutti i temi del Performance Management, ti aspetto all’Exe Business School…il 13 Aprile SI PARTE!

 

 

 

 Pasquale Tardino 
 Formatore e Coach
 pasqualetardino@ramitalia.it
 335 435785

 

 

Condividi