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News22 Agosto 2018by Dante Ruscello

Leadership al femminile: il modello esemplare di Marisa Bellisario

Vi abbiamo finora raccontato di grandi UOMINI che in qualche maniera si sono distinti nel mondo. Oggi voglio, invece, raccontarvi la storia di una DONNA...

Per una donna avere successo è più difficile, ma molto più divertente!

 

 

Da qualche settimana avrai notato che le nostre Newsletter hanno un elemento in comune: raccontare casi di “vite straordinarie”, esempi di grandi successi personali e professionali, storie coinvolgenti e appassionanti…questo è “Dentro le storie”, una raccolta di esperienze vissute e di traguardi duramente conquistati, raccontati dai Consulenti della Ram Consulting affinché ognuno di voi possa identificarsi in queste storie eccezionali e trarne ispirazione.

Vi abbiamo finora raccontato di grandi UOMINI che in qualche maniera si sono distinti nel mondo dello sport, nella vita professionale e che hanno lasciato un segno indelebile nella loro epoca. Io oggi voglio, invece, raccontarvi la storia di una DONNA, di una vita, di un’imprenditrice, ancora oggi modello di difficili imitazioni, considerata la prima grande manager italiana: Marisa Bellisario.

Donna ambiziosa, ma limpida, onestissima; nasce a Ceva, un paesino in provincia di Cuneo, nel lontano 1935 e dopo gli studi superiori si laurea in Economia e Commercio all’Università di Torino. Poco dopo la laurea Marisa decide di spostarsi nella grande Milano per avere il suo primo colloquio di lavoro.

“Ho scelto un vestito di vigogna grigia, il meno appariscente possibile, appena ravvivato dalle pieghe della gonna, ma forse è ancora troppo squillante la mattina di fine autunno 1959 in cui entro alla Olivetti di Torino, dalle parti di piazza Solferino, per il colloquio di selezione”. Così Marisa ha raccontato nella sua autobiografia, scritta 25 anni dopo, il suo debutto in quell’ambiente severo delle aziende italiane di allora.

Marisa viene assunta alla divisione elettronica della Olivetti, lanciandosi in un mondo dominato dagli ingegneri e reputato “da uomini”, raccogliendo la prima grande sfida…la prima di una lunga serie.

 

 

Nel 1963, l’Olivetti si fonde con la Bull ma già nel 1964 il clima è teso e tirano venti di crisi. La divisione elettronica viene allora ceduta alla General Electric. In seguito a questo episodio Marisa entra nella conglomerata americana e ben presto ottiene così il pieno riconoscimento delle sue doti manageriali anche in America. Grande esperta di informatica, è considerata una delle pochissime top executives a livello mondiale nel settore informatico, tanto che, nel gennaio 1979, la manager viene nominata Presidente della Olivetti Corporation of America, carica che mantiene fino al 1981.

Fu proprio nell’81 che Marisa fece ritorno in Italia per assumere la responsabilità della Italtel, grande gruppo industriale parastatale di 30 aziende elettromeccaniche con circa trentamila dipendenti, che si trovava in una condizione di crisi irreversibile. Nonostante la sfiducia dei sindacati e l’avversione della politica aziendale, Marisa riuscì nell’impensabile tentativo di trasformare il gruppo Italtel in un’azienda moderna, avviando anche qui la trasformazione verso l’elettronica. Il primo anno della sua gestione si chiude con un recupero di redditività del 25 per cento.

Grazie a questa esemplare opera di ristrutturazione di un’azienda pubblica, Marisa si aggiudica nell’86 anche il premio di Manager dell’anno. Ha lo straordinario intuito di comprendere che una grande azienda moderna non può evolvere né essere efficientemente gestita senza la rivalutazione dei rapporti umani. Crede e investe nelle persone, sostenendo gerarchie di merito piuttosto che burocratiche; non più dipendenti, ma collaboratori!

Non mancano di certo all’epoca i pregiudizi contro una donna al vertice. A dimostrarlo l’episodio della Telit, quando l’accordo di fusione dell’Italtel, ente pubblico, con la Telettra, azienda del settore Fiat, saltò per l’accanimento della Fiat nel negare la posizione di Amministratore Delegato ad una donna.

La sua brillante carriera avrebbe di certo raggiunto livelli impensabili per una donna se non l’avesse colpita una malattia irreversibile (tumore alle ossa) che la portò lentamente alla morte, a soli 53 anni. Anche di fronte alla malattia, Marisa non si ritira e non scappa, trasformando la sua casa di Torino nel suo nuovo ufficio, e continua a gestire il suo lavoro, anche a distanza, fino al termine dei suoi giorni.

 

 

Nel 1989, a un anno dalla sua scomparsa, nasce il Premio Marisa Bellisario, un riconoscimento che ogni anno premia le donne che si sono distinte nella professione, nel management, nella scienza, nell’economia e nel sociale a livello nazionale ed internazionale.

La “signora con i baffi”, così ironicamente definita, dimostra come una donna, dallo “sguardo angelico” ma “dal pungo di ferro”, può costruire con le sue sole forze, rifiutando compromessi, raccomandazioni e false soluzioni, un destino vincente. “Sono sola e parto da zero: è la mia vocazione”, scrive a proposito di una delle sue nuove avventure manageriali.

Nel suo modello di vita e di lavoro non c’è posto per differenze di sesso ma di valori! E questo messaggio assume ancora più importanza in un’Italia segnata tutt’oggi da problematiche legate ai pregiudizi culturali e alle inferiori opportunità di crescita professionale concesse alle donne.

Facciamo nostro allora questo pensiero, in un’economia globale che ha bisogno dello stile e della leadership femminile, caratterizzata sì da competenza ed esperienza, ma anche da doti tipicamente femminili e che in una società più attenta alla ‘diversity’ e più inclusiva come quella attuale impreziosiscono e danno un valore aggiunto al tradizionale modello di comando. Collaborazione, flessibilità, mediazione, ascolto, empatia, socialità. Tutte doti, tra l’altro, adatte per determinare cambiamento e innovazione.

Marisa, ITALIANA E MANAGER DI SUCCESSO, ci insegna che ogni donna, se determinata e coraggiosa, in grado di osare e inseguire le proprie ambizioni, può raggiungere qualsiasi traguardo, nella vita come nel lavoro.

La formula per ottenere successo nella vita è uguale per tutti: avere fiducia in sé stessi, pensare positivo e avere tanta voglia di lavorare, senza distinzioni né pregiudizi!

 

 

 

Martina Pengue

HR & Marketing Specialist

martinapengue@ramitalia.it

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