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Anche tu sei andato down insieme a Facebook?

Ci scusiamo per l’interruzione: so quanto fate affidamento sui nostri servizi per restare connessi con le persone a cui tenete“.

E’ stato questo il messaggio che, qualche giorno fa, Mark Zuckerberg, Fondatore e Amministratore Delegato di Facebook, ha pubblicato per tamponare l’emergenza dovuta all’improvvisa e contemporanea interruzione di Facebook, Instagram e Messenger, il suo impero digitale diventato ormai ambiente quotidiano anche per tutti noi.

Più di 6 ore di buio, un lunedì nero che è costato più di sei miliardi di dollari visto il calo dei titoli di Facebook a Wall Street, causato da un’errata configurazione dei server interni e che ha avuto un effetto a cascata su tutti i servizi collegati. Errare human est, ci mancherebbe, ma non vorrei essere nei panni del tecnico che ha scatenato tutto questo, non credo stia passando un bel periodo… anche se non è la prima volta che le piattaforme social di proprietà di Zuckerberg smettono di funzionare, con il web che immediatamente si scatena con gli hashtag #facebookdown #whatsappdown e #instagramdown.

Il giorno successivo mi sono recato con una mia collega ad un appuntamento di lavoro e durante il tragitto mi ha raccontato di quanto le aveva fatto bene uscire anche solo per poche ore da quell’ambiente digitale di cui oggi tutti facciamo parte . Addirittura aveva trovato il tempo di preparare una torta per la colazione, cosa che non riusciva a fare da settimane perchè sempre alle prese con le richieste e le attività da smaltire per i suoi progetti e i suoi clienti.

Ad un certo punto l’ho interrotta e le ho chiesto…si, ok, bello per un pomeriggio, ma se adesso l’interruzione fosse ancora in atto o continuasse a tempo indeterminato come la prenderesti? Panico.

Viviamo nell’era dei social, buona parte dei nostri rapporti interpersonali e professionali si consuma lì e se vengono meno i vari Whatsapp, Facebook e persino Instagram è il sistema esistenziale che va in crisi. Sembra esagerato ma è così. “Niente è più necessario del superfluo”, diceva Oscar Wilde, e per tanti i social sono il superfluo, il regno di influencer, lo sfogatoio di leoni da tastiera e chi più ne ha più ne metta. Ma in realtà tutto sono tranne che superflui, soprattutto se utilizzati nel modo corretto. Sono la nostra finestra sul mondo, il legame con chi è lontano, un imprescindibile mezzo di lavoro per chi fa dei contatti e della cura quotidiana e continua dei rapporti lo strumento della sua attività. 

Io, che qualche annetto ce l’ho, sono tornato indietro in un mondo distante pochi anni, riscoprendo l’sms, le telefonate anche semplicemente per avere una informazione flash o per chiedere a qualcuno come stava. Cose che oggi sembrano passato remoto. I giovani di oggi nemmeno lo immaginano un mondo senza social, per le aziende la comunicazione digitale è ormai diventata una necessità per intercettare clienti o restare in contatto con loro. Se Facebook decidesse di chiudere o smettesse di funzionare cosa succederebbe alle imprese, come potrebbero sopravvivere dalle conseguenze di questa eventualità?

 

COSTRUISCI UN IMBUTO

Le imprese che sono sui social con presenze importanti o che sono in procinto di iniziare devono quindi assolutamente adottare una strategia di marketing che preveda una conversione del traffico che visita le proprie pagine su Facebook, Instagram ecc. Come ad esempio accade grazie al Funnel Marketing, dove tutto si basa sullo stabilire un contatto diretto con l’utente, quindi avere con lui una continua interazione che va dall’invio di mail piuttosto che messaggi via sms. Questo è ciò che significa “convertire il traffico” e permette a entrambe le parti, azienda e cliente, di assicurarsi un rapporto di fiducia reciproco, volto a migliorare nel tempo sia le offerte delle aziende sia la consapevolezza delle persone.

Ma in che modo?

Per un’attività è fondamentale inviare il giusto messaggio a quel preciso potenziale cliente che è in grado di apprezzarlo. Nel suo percorso volto a trasformare una persona sconosciuta in un cliente fidelizzato, il Funnel Marketing si incrocia con l’Inbound Marketing, che si occupa di far trovare il brand dalle persone nel momento esatto in cui queste ne hanno bisogno. La strategia giusta è quella che consente di attirare le persone, conquistare i lead (potenziali clienti che mostrano interesse nei confronti di un prodotto o servizio), alimentare i lead stessi, portarli verso la vendita, coccolarli e fidelizzarli. 

Un brand deve avere ben chiaro chi sono o potrebbero essere i suoi migliori clienti. Per farlo, è fondamentale definire le buyer personas (rappresentazioni generali dei clienti tipo) e per intercettarle è necessario definire sempre prima il canale dove entrare in contatto con esse.

Con quali strumenti?

Gli strumenti messi a disposizione dal web sono molteplici e spaziano dal Facebook Advertising al traffico organico SEO, passando per Google Adwords, l’email marketing o il whatsapp e il video marketing. E’ importante costruire landing page chiare, precise e immediate: offrire una prova gratuita o un altro elemento capace di attirare l’attenzione del cliente potrebbe, ad esmepio, essere la mossa giusta per incentivare il consumatore all’acquisto nella fase in cui sta ancora valutando se portarlo a termine o meno. In questo modo, inoltre, si ha la possibilità di ottenere i suoi dati, utili per ricontattarlo successivamente.

 

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Giovanni Accettola
Consulente Web & Marketing
giovanniaccettola@ramitalia.it