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BADA COME PARLI… Le 10 parole vietate

Normalmente non prestiamo molta attenzione alle parole che usiamo. Tendiamo a credere che le scegliamo a caso, come richiesto dalle circostanze, ma in realtà è stato dimostrato che ognuno ha un modo unico di parlare, come se fosse una “traccia verbale”.

Infatti, uno studio condotto presso la VU University di Amsterdam, ha scoperto che gli introversi preferiscono parlare in termini concreti e specifici utilizzando un linguaggio più cauto, pieno di “forse” e “probabilmente”, mentre gli estroversi scelgono parole più vaghe e astratte nel linguaggio di tutti i giorni, ma sono più diretti nell’esprimere i loro desideri.

Senza dubbio, le parole hanno un forte impatto perché non solo servono a descrivere il mondo ma finiscono anche per creare il nostro. Il dialogo che manteniamo con noi stessi diventa la nostra verità, quindi è importante fare 3 cose:

a) Rendere ancora più belle ed impattanti le parole OK
b) Devitalizzare le parole meno OK
c) Soprattutto evitare quelle NOT OK!

Ed è su alcune di quelle più pericolose tra quest’ultime che vorrei mettere l’attenzione:

1. Colpa. Spesso diciamo che ci sentiamo in colpa, ma non siamo pienamente consapevoli delle ripercussioni di questa parola. Sentirsi colpevoli implica assumere che ci sia qualcosa di sbagliato in noi, che alcune delle nostre caratteristiche come persone non siano adeguate, il che genera angoscia esistenziale. Invece, dovremmo usare parole molto più precise, come “mi dispiace per quello che ho fatto”, che significa che il nostro comportamento non è stato corretto, ma che non c’è qualcosa di sbagliato in noi.

2. Fallimento. Henry Ford disse che “il fallimento è una grande opportunità per ricominciare con più intelligenza”. In realtà, il fallimento non esiste, ci sono solo esperienze che ci portano in una direzione o nell’altra. Pensare in termini di fallimento significa adattarsi ai modelli di successo della società, invece di parlare in termini di esperienze di vita.

3. Dovere. La parola dovere è uno dei legami più forti per generare in noi il senso di colpa quando non desideriamo fare qualcosa, quando i nostri impulsi e desideri ci spingono nella direzione opposta. Molte persone sono demotivate perché usano il “devo” invece del “voglio”. Il problema del “dovere” è che ci fa funzionare come automi, spingendoci a fare qualcosa che non vogliamo. La soluzione sta nel trovare il significato e ottenere che i “devo” si convertano in “voglio” e cercare ciò che ci appassiona e lasciare che anche le persone intorno a noi facciano lo stesso.

 

4. Impossibile. Non si tratta di assumere un positivismo ingenuo, è importante essere realistici. Tuttavia, utilizziamo la parola “impossibile” molto più di quanto sarebbe consigliabile. Tanto è che spesso prende il posto della parola “improbabile”. Nella nostra mente, trasformiamo l’improbabile in impossibile, così ci precludiamo un mondo di opportunità che, seppur piccole, potrebbero crescere con la nostra determinazione.

5. Odio. L’odio è una delle emozioni più perverse che esistano perché finisce per causare un danno enorme, specialmente in coloro che lo vivono. È ovvio che l’odio esiste, non possiamo eliminarlo, ma dovremmo assicurarci di essere molto più specifici quando cataloghiamo le nostre emozioni. È probabile che ciò che etichettiamo come odio sia in realtà rancore, frustrazione o rabbia, ma etichettarlo come odio lo farà crescere e diventare davvero quell’emozione che ci deruba della nostra pace.

6. Sempre. Il problema con questa parola è che di solito esce dalla nostra bocca quando proviamo a rimproverare qualcuno: “ti comporti sempre così”, o quando proviamo a difendere qualcosa: “lo abbiamo sempre fatto in questo modo”. Tuttavia, “sempre” è sinonimo di immobilità, quindi è una parola che non si adatta alla realtà, semplicemente perché le cose cambiano continuamente. Questa parola spesso nasconde la resistenza al cambiamento, il desiderio di aggrapparsi al passato e la negazione dell’evoluzione. Pertanto, è importante usare questa parola con molta cautela.

7. Mai. Come la parola sempre, anche mai è una parola immobile ed una grande generalizzazione, che non riflette fedelmente la realtà, che è in continua evoluzione. Questa parola è il riflesso di una visione rigida che ci preclude le opportunità o i nuovi percorsi che possono aprirsi davanti a noi. Restare aperti al cambiamento è fondamentale perché ci permetterà di adattarci, pensare che qualcosa non può mai accadere può causarci una grande delusione.

8. Problema. La parola “problema” ha implicazioni molto negative perché l’ associamo a ostacoli e difficoltà. Quando la includiamo nel nostro dialogo interno, il nostro cervello reagisce immediatamente facendo saltare tutti gli allarmi e generando uno stato di stress e ansia. Possiamo ridimensionarla, immaginando che in realtà sia un’opportunità o possiamo scegliere un percorso più semplice e sostituirla direttamente con la parola “sfida”. Tutti i problemi, in fondo, sono solo sfide che implicano che cambiamo qualcosa. Possiamo scegliere se concentrarci sul suo aspetto negativo o evidenziare la possibilità di cambiamento.

9. Prima o poi. Milton Erickson disse che: “un obiettivo senza una data è solo un sogno”. Se sei una di quelle persone che dice sempre a se stessa: “prima o poi lo farò”, allora è probabile che tu abbia messo in pausa i tuoi progetti di vita. Queste parole nascondono solitamente la paura di fallire, di lasciare la zona di comfort o la mancanza di fiducia nelle proprie capacità. Se vogliamo davvero qualcosa, dobbiamo impegnarci ed elaborare un piano d’azione. Altrimenti, “prima o poi” diventerà “mai” e tu corri il rischio di diventare un procrastinatore seriale.

10. Provo. Dire che proveremo a fare qualcosa spesso significa che non siamo abbastanza sicuri, che non vogliamo assumercene la responsabilità o che non siamo abbastanza capaci. In ogni caso, significa iniziare con il piede sbagliato. È vero che le cose non vanno sempre come previsto e che a volte non possiamo raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, ma dobbiamo iniziare con un atteggiamento positivo.

Quindi Bada come parli (o come diceva Totò Parla come badi) perché le nostre parole sono spesso “profezie autoavveranti”.

Buona Vita e Never Give Up

 

 

Pasquale Tardino
Formatore e Coach
pasqualetardino@ramitalia.it
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