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Non smettere di farti domande

Purpose personale.

Parola inglese, purpose, che tradotta alla lettera vuol dire “scopo” e che, accostata all’aggettivo “personale”, identifica chi si è e chi si vuole essere nel mondo, e non tanto – o non solo – il proprio lavoro o la propria professionalità. Domande come “Chi vorresti diventare da grande?” o “Come vorresti che fosse la tua vita?” non sono infatti da porre e da porsi solo quando si è giovani, ma dovrebbero guidare ogni momento della propria esistenza. Ancor di più in un periodo delicato come quello che stiamo vivendo, contrassegnato da una costante incertezza.

La domanda, tuttavia, apparentemente banale, nasconde un senso profondo: il senso di cosa vogliamo fare per raggiungere il nostro scopo nella vita, appunto purpose.

Consideriamolo un viaggio dentro di sé, alla ricerca di un qualcosa che ci fa sentire capaci di produrre cambiamenti, contribuendo a scenari più grandi di noi. Per questo lo scopo non è innato, ma in continua evoluzione. Va cercato, costruito, può cambiare volto nel corso del tempo e a seconda dei contesti in cui viviamo.

Ognuno di noi percorre un cammino professionale differente, ed ognuno di noi lo percorre ad un differente livello di consapevolezza. Alcuni sembrano riuscire a vivere vite incredibili con grande facilità, altri invece sembrano scontrarsi con muri invalicabili in ogni direzione. Alcuni riescono ad essere felici anche con poco o niente, altri vivono in un’ansia perenne da accumulo di beni o status e, nonostante si collochino nei primi percentili delle categorie standard di benessere, sono eternamente insoddisfatti.

Ma attenzione …nessuna strada è giuste e nessuna è sbagliata.

L’importante però è cercare costantemente quella motivazione che ci spinga a dare il meglio di noi stessi. Abbiamo bisogno di essere stimolati e spronati ad andare sempre oltre, a raggiungere i nostri obiettivi.

Ora ti dirò una cosa sconvolgente: la sfida del proprio purpose personale riguarda soprattutto la maggior parte degli adulti. Persino manager e imprenditori apparentemente appagati dal lavoro, ma che nei momenti di sincerità, ammettono di “sentire che manca qualcosa di importante” e di “percepire un vuoto che fa rumore”.

Per questo ti sfido a confrontarti su 3 core question:

La prima Core Question è: Cosa volevi fare da bambino/a? 
Cosa rispondevi quando ti chiedevano cosa avresti voluto fare da grande?

La specifica risposta potrebbe anche essere fuori bersaglio, ma non l’impulso sottostante.

Seconda Core Question: Quali sono le mansioni verso cui tendi a gravitare?
Quali sono gli aspetti del tuo lavoro che ti attraggono come calamite, sui quali cerchi di passare la maggior parte del tempo? 

Terza Core Question: Per chi o che cosa provi invidia?
​La gelosia è un brutto sentimento ma dice la verità. In genere, invidiamo coloro che sono (o ci sembrano) ciò che desideriamo essere. Lo so, questo potrebbe risultare irritante e controverso o farci sembrare “sbagliati” perché è un sentimento negativo. Ma pensateci bene, l’invidia ci orienta con estrema sincerità su ciò che ci interessa davvero ma non siamo ancora riusciti a raggiungere. Può rivelarsi uno sprone formidabile nell’indirizzare le energie, per migliorarci e migliorare ciò che esiste intorno a noi.

E tu? Hai risposto a queste 3 domande? Hai ritrovato il tuo PURPOSE?

 

 

 

Paola Catalano
Marketing & Comunicazione
paolacatalano@ramitalia.it
333 6300629

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