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News29 Ottobre 2021by Paola Catalano

Io sono il valore aggiunto!…Ma poi è realmente così?

Ti sei mai chiesto quali fattori spingono le persone a lavorare per una determinata azienda piuttosto che per un’altra?

Oppure quali fattori spingono il cliente a scegliere il servizio della tua azienda o quello dei tuoi concorrenti?

Sicuramente avrà grande importanza la percezione che si ha dell’azienda stessa, la possibilità di vivere un sogno (vale sia per il cliente che per un collaboratore) …ma ciò che davvero conta è solo una cosa: il fattore umano!

Imprenditori lo si è, lo si diventa o lo si capisce lungo un cammino intrapreso e lungo questa strada bisogna sempre chiedersi: quale apporto diamo alle persone con le quali siamo in contatto? Ai miei collaboratori? Chi ha cambiato in meglio la propria vita grazie ad un nostro, anche piccolo, contributo?

Spesso cerchiamo di dare un significato all’espressione “creare valore in un’azienda”. E lo leggiamo ovunque: social, libri di marketing, articoli di riviste specializzate, lo ascoltiamo ai webinar o ai corsi di formazione. 

Ma cosa significa?

Cosa distingue un’azienda che crea valore da una che non lo crea? Come approccia il proprio mercato l’una e come lo fa l’altra?

Nella mia esperienza di consulenza svolta in diversi e svariati settori da ormai diversi anni, mi sono imbattuta in aziende di ogni tipo e in imprenditori di ogni livello. Ho capito con certezza una cosa: il valore diffuso non esiste.
Per ognuno il valore equivale al proprio valore personale.

Ed è qualcosa di singolare, di unico, il più delle volte non adattabile ad altre realtà.

Il valore di un’azienda si misura perciò con l’idea di quell’imprenditore e di quei manager che hanno come riferimento del proprio agire quotidiano, nell’approccio con gli altri, nella propria modalità d’intendere i rapporti umani dentro quel mondo, un valore umano.

Dove per valore si intende qualcosa di assoluto, il valore dei rapporti, il valore di ciò che si produce, l’immagine e la credibilità acquisita sul mercato.

Riuscire, invece, ad allineare i valori del singolo con quelli della vision aziendale, stimolando il senso di appartenenza da parte di tutte le risorse coinvolte, è una capacità che richiede competenze tecniche ma, soprattutto, soft skills rientranti nell’area dell’intelligenza emotiva. Raggiungere questo obiettivo crea le condizioni per “star bene” sul proprio luogo di lavoro con conseguente incremento della produttività. Viceversa, la mancanza di congruenza tra i propri valori e quelli del contesto aziendale innesca un sistema di conflitti portando ad un contesto lavorativo a volte assai difficile.

 

Ma cosa può e dovrebbe fare, invece, un collaboratore di un’azienda?

Se si vuol continuare a essere un dipendente di valore allora è necessario assicurarsi che le competenze siano sempre aggiornate. È importante essere curiosi, spinti dalla voglia di migliorarsi continuamente, formarsi e porsi costantemente delle domande, perché il know how che metti a disposizione dell’azienda crea il tuo vero valore, in termini di valore umano, valore emotivo e di “insostituibilità”.

La più grande bugia? “Siamo tutti sostituibili” …io non lo sono e tu?

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Paola Catalano
Marketing & Comunicazione
paolacatalano@ramitalia.it
333 6300629

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