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OCCHIO ALLE PAROLE

”Sono solo parole” diceva una famosa canzone, ma con esse esprimiamo le nostre emozioni e stati d’animo, facciamo affermazioni, diamo giudizi. Possiamo motivare o scoraggiare una persona … con una sola parola.

 

Tempo fa ho letto un interessante lavoro pubblicato su Science in cui ricercatori del Max Planck Institute hanno confrontato 2.474 lingue. 
Cosa hanno scoperto di interessante? Che le parole usate per esprimere le emozioni variano notevolmente nei loro significati in tutti questi linguaggi.
Per certi versi è incredibile, vero?
Ad esempio: quasi tutti gli umani provano amore, ma la parola turca sevgi o quella ungherese szrelem non trasmettono lo stesso significato e lo stesso sentimento, come spiegano i ricercatori.
Potremmo dire che se un turco e un ungherese che dicono ‘amore’ non intendono la stessa cosa (e di conseguenza … non vedono la stessa cosa). 

Altro esempio riportato nella ricerca: la parola portoghese saudade si riferisce ad un profondo stato malinconico ma non ha una traduzione diretta in altre lingue.
I ricercatori sono arrivati dunque alla conclusione che la nostra esperienza personale è modellata non solo dall’evoluzione biologica, ma anche dalle parole che usiamo per descriverla. 

In sintesi, le parole che usiamo (e spesso sottovalutiamo quanto importanti siano) hanno un impatto profondo sulle emozioni che proviamo (e dunque sulle reazioni che abbiamo di fronte alle sfide che ci attendono ogni giorno). 
Le parole che usiamo, come dimostrato ancora una volta attraverso questo studio, ci auto-programmano a livello profondo.
 

Ti propongo un piccolo esperimento:

  1. Prova a descrivere per iscritto, utilizzando poche parole, la tua situazione attuale o il tuo stato d’animo.
  2. Rileggi quello che hai scritto: c’è qualcosa che ‘aggancia’ la tua sfera emozionale? Qualcosa che ti provoca una sorta di piacere o fastidio o qualsiasi altro tipo di reazione?

Nel punto in cui senti la reazione, c’è un nodo da risolvere (qual è questo punto? Quando dici che cosa?).

Le parole dunque ci programmano, e sono anche ottimi indicatori per fare emergere nodi sui quali lavorare.
 
Come?  Cambiando le parole con cui descriviamo le cose. Migliorando ed enfatizzando quelle OK ( una bella giornata diventa una splendida giornata), e provando a devitalizzare quelle negative ( oggi sono inc…zato nero ad esempio può diventare… un divertente … sono leggermente stizzito). ????

Prova! L’effetto che otterrai su te stesso e sugli altri sarà veramente OK.  

 

Pasquale Tardino

pasqualetardino@ramitalia.it
335 435785

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